La Blockchain nell’economia quotidiana

Anno 2000, la lira trova il suo collocamento nel cassetto dei ricordi o per lo meno tentiamo di scordarla come moneta. Non sarà così per molti anni e ci ricorderemo sempre ciò che accadeva con 10 mila lire e quello che accade con gli attuali 10 euro.
Succede una cosa di questo tipo, compriamo un terzo di ciò che con 10 mila lire si acquistava. Mi fermo qui per non rattristarmi. Capita però di pensare il perchè succede una cosa simile, semplice, è raddoppiato il valore e tutto ciò che costava 10 mila lire e ci siamo accorti di pagarlo 10 euro. Ai fini numerici cambia poco ma muta sostanzialmente per quanto concerne il potere di acquisto. Tradotto, non riusciamo a comprare il necessario per ritenere soddisfacente la spesa quotidiana e in parole povere abbiamo meno merce in frigorifero o da altre parti dove di solito ricoveriamo ciò che ci necessita. A questo punto cosa facciamo, se i nostri interlocutori non si curano del nostro problema? La risposta è semplice. Attendiamo che il collasso economico giunga inesorabile. Oggi, anno 2022, il collasso economico è una realtà. La colpa la vogliamo addossare al covid? Oppure alle guerre?. In parte sì ma per il resto il quadro allarmante è dovuto al totale scollamento tra la politica/istituzioni ed il mercato. Quindi che fare? La soluzione è nella trasparenza e nella responsabilità di tutti gli attori della filiera agroalimentare e mi riferisco al rapporto tra GDO e Distributori e i GPO (grande produzione organizzata) coniata due mesi orsono e non ancora dichiarata. Il termine responsabilità significa rivedere totalmente tutto l’impianto commerciale iniziando dal prezzo che viene riconosciuto ai produttori agroalimentari e quello che è il meccanismo di guadagno della GDO. Usiamo termini semplici così possiamo essere compresi da tutti. Oggi il produttore non ha un paracadute per determinare i benefici tra investimenti necessari per produrre qualità e il reddito che otterrà da tale operazione. In effetti, l’unico attore che non sà nulla sul suo futuro è il produttore, l’artigiano o altri che appartengono alla filiera produttiva. Questa disuguaglianza NON PUO’ PIU’ ESSERE CONSENTITA. In aiuto a tale situazione c’è la trasparenza ed oggi la chiameremo BLOCKCHAIN.
La Blockchain è l’unico strumento di tracciabilità dei dati pubblici (in questo caso) di come vengono effettuati e quali strumenti e quali algoritmi vengo usati per la formulazione del prezzo al pubblico. Questi sistemi e questi algoritmi sono dati che la GPO non conosce. Quindi la proposta come ultimo razio prima che il collasso e il blackout agiscano in modo irreversibile sull’economia generale.

Non è catastrofismo ma la realtà in cui ci stiamo trovando ed è la strada che stiamo intraprendendo. Vi
faccio alcuni esempi di come la BLOCKCHAIN può intervenire nei passaggi.

La GPO accetta di rendere pubblico attraverso un sistema immutabile i dati di produzione ed i costi reali tenendo conto dei costi effettivi per produrre alta qualità certificata. Questo prezzo è il valore del prodotto considerato il minimo prezzo che gli DEVE essere riconosciuto alla GPO.
A questo costo reale e certificato dobbiamo aggiungere l’utile che un imprenditore ha come diritto per sopravvivere ed investire. Gli altri attori sono la GDO e la DO.
La solita identica procedura dovrà essere effettuata da loro in vendita e cioè dichiarare l’algoritmo che viene usato per la nascita e la formilazione del prezzo di vendita. Lo potranno scrivere a caratteri cubitali orgogliosi di far comprendere alle famiglie e ai cittadini la responsabilità sociale ed economica di ogni catena distributiva.

Non credo che ci sia qualcuno che dica al cittadino o alla famiglia che i dati sono privati al punto che per loro non sia un diritto conoscerli. Non credo che la GDO e la DO si sottraggano alla trasparenza e sapete perchè necessita un così radicale cambiamento di approccio al commercio? Semplice. C’è una percentuale pari al 60/70 % che non sappiamo dove vada a finire. La stessa è riferita ai listing, gli sconti di fine anno, le promozioni non condivise con la produzione, gli eccessivi scarti per la troppo alta produttività del personale e la marginalità che la catena stessa applica al prodotto.


La BLOCKCHAIN è in grado di indicare, in modo immodificabile, chi nello scenario commerciale si comporta bene e quindi la famiglia comincerà a scegliere chi merita attenzione.
Se questo grande progetto di trasparenza non dovesse essere accettato da qualcuno della filiera e intendo la GDO DO, l’unica alternativa sarà che la GPO si doterà di punti vendita diretti, gestiti totalmente in BLOCKCHAIN, dichiarando che il prezzo, dopo i vari passaggi sopra elencati, avrà un valore certo pari al 40/50% inferiore al prezzo che potrebbe trovare nei punti vendita tradizionali o in alcune realtà di e- commerce /delivery presenti sul mercato.
Questa nostra dichiarazione vuole diventare un argomento di discussione attraverso tavoli tecnici tra GPO e GDO consentendo di creare un nuovo modo di generare partenariati seri tra GPO e GOD/DO.
La blockchain potrebbe essere in questo caso un prodotto altamente tecnologico con connotazioni
profondamente sociali giungendo per la prima vota alla creazione dell’umanizzazione del commercio usando uno strumento digitale avanzato. Questa mia trasversale proposta mi auguro che trovi la condivisione perlomeno per creare momenti di civile e responsabile confronto.
di Marco Bellucci, presidente Terra Mia Italia

Roberto Bertellino

Ufficio Stampa Terra Mia Italia

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