Due Nuovi grandi progetti

La parola staticità non è di casa a Terra Mia Italia, realtà animata dalla grande capacità di interpretare i mercati del suo presidente, Marco Bellucci. Sono due i nuovi progetti che hanno preso vita nell’ultimo periodo.

Il primo è quello delle “Terre incolte” che vedrà in un’area complessiva
di 1800 – 2000 ettari seminare e crescere grano e mais, con una parte cospicua del rimanente
riservata ai legumi, quindi fagioli, ceci e lenticchie. Le aree di produzione saranno dislocate nelle
diverse regioni d’Italia: “E’ un’operazione nella quale crediamo molto – ha sottolineato Marco
Bellucci – sia per il momento storico che stiamo attraversando sia perché frutto di una
collaborazione tra Terra Mia Italia, l’UAI e Confindustria Reggio Calabria. Proprio grazie alla
preparazione dei tecnici dell’UAI potremo produrre in terre vocate e nella costante ricerca della
massima qualità. A tal proposito è stato istituito un tavolo tecnico nazionale che ha suddiviso la
nostra Penisola nelle tre aree del Settentrione, del Centro Italia e del Meridione. In ciascuna area
opereranno 1-2 tecnici agronomi per l’identificazione dei territori e la cura certosina dei programmi
produttivi”.

Nel dettaglio il contratto di Rete Terra Mia Italia, l’UAI e la sua associata Cooperativa Terra, cooperativa di produzione materie prime, propongono un progetto che vuole dare nuova vita a terreni incolti e abbandonati.
E’ un progetto di cooperazione tra proprietari di terreni, il Contratto di Rete e la Cooperativa Terra, rivolto ai proprietari di questi terreni che possono darli in comodato d’uso alla Cooperativa e partecipare all’organizzazione del lavoro e agli utili con il Contratto di rete. Il progetto di recupero verrà suddiviso in aree produttive dove le coltivazioni saranno realizzate o per vocazione territoriale oppure per riconversione dei terreni in base alle richieste di mercato (ad es. oggi grano e mais). L’attività organizzativa e di commercializzazione sarà a carico del contratto di Rete Terra Mia Italia.

Il secondo progetto riguarda l’apertura nel Lazio, in collaborazione con gli associati UAI, del
primo Supermercato regionale dei produttori nell’area dell’Agro Pontino sotto il marchio Italian Farmers (Denominazione di Origine territoriale identitaria).

E’ il primo punto vendita regionale misto
con le produzioni regionali dell’Agro Pontino e dell’intero territorio nazionale. “Stiamo terminando
l’assortimento nazionale – ha sottolineato il presidente Marco Bellucci – al quale manca solo una parte del centro Italia. Parliamo di pesche, albicocche, susine con una grande attenzione anche alle verdure, tutto a marchio Italian Farmers”. Il primo nascerà a Latina, ne seguirà un secondo in Puglia, quindi altri sull’intero territorio italiano. Di 3000 – 3500 metri quadrati l’estensione media di ogni Italian Farmers (Denominazione di Origine territoriale identitaria). Davanti all’ingresso di ognuno troverà sede anche uno spazio Garden riservato agli specialisti nazionali del settore piante, fiori e affini: “Ci saranno altresì 3-4 ristoranti interni – sottolinea Marco Bellucci – con la proposta di piatti la cui base sarà la materia prima italiana valorizzata al massimo nella ricerca dell’eccellenza e della qualità”. Le referenze nei diversi Italian Farmers saranno al 70-80% di provenienza territoriale, completate per il rimanente 20-30 % da eccellenze del territorio nazionale, mai in sovrapposizione con le prime. Note giovani anche per quanto concerne il personale operante nei Italian Farmers con gran rappresentanza di under 35. I punti vendita Italian Farmers saranno aperti tutti i giorni e nel fine settimana vedranno anche la presenza degli artigiani del territorio che animeranno con le rispettive realizzazioni dei veri e propri mercatini suggestivi e ricchi di storia, la loro ma soprattutto quella nazionale.

Il progetto nasce dall’idea che il Contratto di rete “Terra Mia Italia” sta portando avanti con la realizzazione di una propria politica commerciale di attrazione degli investimenti, rivolta a tutelare le innumerevoli aziende agricole di produzione, che negli ultimi vent’anni hanno visto ridotto sempre più il loro reddito aziendale, per le elevate provvigioni imposte dalla GDO.

I supermercati dei produttori saranno caratterizzati da:

Il progetto nasce per tutelare la qualità dei prodotti agroalimentari territoriali uno dei principali obiettivi della nostra politica agroalimentare. Puntare sulla qualità richiede l’attivazione di una serie di funzioni aziendali tutt’altro che banali mirate alla esatta definizione degli attributi qualitativi del prodotto, alla individuazione del target di mercato, alla scelta dei canali commerciali, all’attività di comunicazione.
Il progetto mira ad una valorizzazione collettiva della qualità agroalimentare, come strategie di marketing territoriale, attraverso le quali, si mira a promuovere la conoscenza di un intero territorio. Il fulcro di questo tipo di strategie quindi è il territorio ed il suo intimo legame, unico e inscindibile, con le diverse attività che si svolgono, dalle identità produttive a quelle naturalistiche e turistiche che fanno di ogni singolo prodotto un’eccellenza territoriale. Rendere i prodotti dell’agroalimentare territoriale maggiormente attrattivi e facilmente riconoscibili ai consumatori locali ed internazionali con un unico marchio di prodotto e di sistema che racchiuda in maniera integrata aziende produttrici del territorio con all’interno tutti i riferimenti identitari che fanno di ogni singolo prodotto una unicità.
Puntare sulla qualità è sempre più una scelta obbligata per le imprese dell’agroalimentare italiano, una scelta che, implica il più delle volte, il perseguimento di strategie di valorizzazione commerciale alle quali più imprese devono unirsi e collaborare in modo sinergico. Creazione di vere e proprie aree di qualità all’interno delle strutture di commercializzazione, aree di attrattiva territoriale identitaria. Il progetto sarà caratterizzato anche da tutti i processi produttivi innovativi quali la Blockchain e i negozi virtuali regionali, vetrine di produttori di altre Regioni.
Per far parte del progetto, fin da subito, e creare la grande rete di produttori bisogna aderire al Contratto di Rete “Terra Mia Italia” con la sottoscrizione dell’accordo di fornitura dei propri prodotti.
La tempistica, che riguarda l’individuazione della location, l’allestimento e l’avvio dell’attività, troverà esternazione nei prossimi mesi. Il mese di aprile sarà finalizzato alla raccolta delle adesioni al Contratto di Rete e alla creazione delle referenze dei produttori. Saranno gli stessi produttori ad incassare direttamente a testimonianza di una vera e propria rivoluzione che caratterizzerà il settore e li metterà per la prima volta in primo piano come protagonisti assoluti. Un’interazione totale quella tra loro, i cittadini e le famiglie che permetterà ai secondi di entrare anche nelle pieghe, sempre affascinanti, della storia delle aziende e delle prelibatezze che dalle stesse scaturiscono.

I produttori che vogliono aderire al progetto devono avere le caratteristiche di seguito elencate e sintetizzate in 14 regole:

1) Possono partecipare solo le aziende agricole, i consorzi e le associazioni di produttori,
cooperative di pescatori, allevatori di carne da consumo, artigiani del pane e della
panificazione, artigiani della gastronomia pronta con materie prime provenienti dalle
aziende di produzione regionale.
2) Sono gradite aziende di trasformazione della materia prima dei produttori (ristoratori,
pizzerie, cibo da strada) ecc…
3) I prodotti devono provenire esclusivamente dalle loro produzioni (fascicoli aziendali) o di
proprietà di aziende di vicinato che non possono essere presenti nei mercati dei produttori
con piccoli quantitativi.
4) Non possono essere commercializzati prodotti se non provenienti dalle loro coltivazioni.
5) I produttori devono fornire i quaderni di campagna e presentare analisi periodiche sui
residui.
6) I produttori devo accettare le politiche di vendita dell’azienda che gestisce l’area dei
produttori.
7) I dipendenti che saranno presenti a rappresentare l’azienda agricola, devono essere assunti
con regolare contratto.
8) I produttori dovranno accettare il controllo qualità all’ingresso delle merci poiché non
saranno accettati prodotti di dubbia provenienza o di qualità scadente con difetti
visibilmente inappropriati.
9) Saranno gli stessi produttori ad incassare direttamente a testimonianza di una vera e
propria rivoluzione che caratterizzerà il settore e li metterà per la prima volta in primo piano come protagonisti assoluti.
10) Possono partecipare tutti gli attori elencati al punto 1 provenienti da altre regioni rispettando le produzioni locali dove è inserito il mercato dei produttori in oggetto.
11) Tutti i produttori e le loro organizzazioni devono essere inseriti nel sistema Blockchain per il programma cittadino informato.
12) Gli assortimenti devono essere i più completi possibili per generare interesse nei cittadini e nelle famiglie.
13) Non saranno presenti prodotti di provenienza estera.
14) Terra Mia Italia ha iniziato corsi di formazione del personale per punti vendita Italian Farmers (Denominazione di Origine territoriale identitaria) a servizio delle aziende logisticamente lontane dagli stessi. I settori che verranno seguiti direttamente da questa forza lavoro riguarderanno produzioni stagionali lontane dai punti vendita Italian Farmers. Per esempio un punto vendita con sede in settentrione fornirà supporto alle aziende associate che producono nel Sud Italia.

Roberto Bertellino

Ufficio Stampa Terra Mia Italia

Facebook
LinkedIn
Twitter
WhatsApp
Email
Skype

Ultime Pubblicazioni

Richiedi informazioni

Per informazioni contattaci

Terra Mia Italia, con oltre 400 aziende in tutto il territorio italiano, è una delle maggiori organizzazioni agricole.

Vuoi entrare a far parte della nostra rete?